Sentimenti di tristezza, calo dell’umore, mancanza di interesse, sentirsi indecisi e svogliati sono sensazioni che in alcuni momenti/periodi della vita ci appartengono. Ci sono però momenti dell’anno che maggiormente possono indurre queste sensazioni, contrariamente a quello che pensiamo.
Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) inserisce tra gli specificatori per i disturbi depressivi “l’andamento stagionale”. Si fa riferimento ad episodi depressivi le cui caratteristiche principali sono esordio e remissione in determinati momenti dell’anno. Nella maggior parte dei casi l’esordio coincide con l’inizio dell’autunno o dell’inverno e la remissione in primavera. Questo andamento inoltre è maggiormente presente nelle persone più giovani.
Jessen e altri (1) , in uno studio svolto tra ragazzi danesi tra i 15 e 25 anni per cercare di trovare una correlazione tra caratteristici periodi dell’anno e tentati suicidi, hanno messo in luce un evidente aumento dei tentativi di suicidio a ridosso dell’inizio dell’anno.
Ma cosa ci rende tristi in questo periodo? La sensazione di tristezza in questo periodo può essere legata alla conclusione dell’anno ed all’inevitabile reso conto sul “come è andata”; la fine dell’anno porta con sè la sensazione di chiusura, la mancanza di possibilità di modificare ciò che è stato e gli “errori” commessi. Ne conseguono generalmente i classici “buoni propositi” per l’anno nuovo ma, anche questi, possono mettere paura. Cosa succede infatti se non si riesce a portarli a termine? Questa preoccupazione potrebbe portare ad una condizione di immobilità all’interno di una situazione dolorosa.
Come uscirne? Prendendosi cura di sé e modificando l’ottica per la quale ogni anno debba essere una gara per il primo posto. L’obbiettivo deve essere quello di cambiare i modi di fare esperienza che ci bloccano, senza aspettarci una medaglia ma, cercando solo di stare meglio.
Inoltre, è importante guardare al passato cercando di comprendere i contesti e le tonalità emotive che hanno influenzato le esperienze vissute e, dove possibile, cercare di modificarle. L’aiuto di un professionista può essere sicuramente determinante per condurre al meglio questi passi ed evitare la ciclicità dei sintomi.
Gert Jessen, MA, LD, and Bgrge F. Jensen, MS (1999) Postponed Suicide Death? Suicides around Birthdays and Major Public Holidays. Suicide and Life-Threatening Behavior, Vol. 29 (3)
G. Arciero e G. Bondolfi (2012) Sè, Identità e Stili di Personalità. Bollati Boringhieri
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