TEORIA DI RIFERIMENTO
La Psicoterapia Cognitiva Neuropsicologica (PCN) è una naturale evoluzione della psicoterapia cognitiva, che propone un nuovo concetto di essere umano ed un nuovo modello di cura del paziente, attraverso la mediazione tra le discipline che adottano il metodo della scienza naturale e quelle che invece studiano l’essere umano attraverso i suoi modi di esperire nel mondo.
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Il modello riprende pertanto le caratteristiche di interdisciplinarietà e verificabilità empirica dal modello cognitivo (metodo delle scienze naturali - studio dell’uomo in terza persona), ma contemporaneamente se ne discosta adottando una visione dell’essere umano più complessa: un essere storico, incarnato ed emotivamente situato, così come delineato dall’approccio ermeneutico-fenomenologico (studio dell’uomo attraverso i propri modi esistenziali - studio in prima persona). Un essere umano inteso quindi come esser-ci, Dasein, ben delineato da Martin Heidegger.
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Nel percorso psicoterapeutico si muove così dalla ricostruzione della storia di vita individuale del soggetto, per comprendere i suoi caratteristici modi di fare esperienza nel e con il mondo, e la sua inclinazione emotiva. Viene superata dunque la riduttiva categorizzazione del paziente in un elenco di sintomi.
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Attraverso la contestualizzazione dell’esperienza passata e dei progetti di vita individuali, vengono fatti emergere i motivi che hanno portato il paziente alla sofferenza attuale ed allo sviluppo di sintomi psicopatologici.
“L’uomo esiste come un essere che anticipa costantemente le proprie possibilità, che è proiettato verso il futuro essendo memore del passato e facendo convergere queste due dimensioni in quella del proprio essere presente.”
M. Heidegger
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L’obiettivo della psicoterapia è pertanto la trasformazione di Sé, il cambiamento dei propri modi di fare esperienza; questo accade nel momento in cui il paziente, attraverso la narrazione di Sé durante la terapia e nel corso dei compiti assegnati a casa, sente e riconosce quei propri modi di esperire che non sono stati parzialmente o interamente riconfigurati in maniera identitaria. Nel corso della terapia questo racconto non identitario del paziente viene così riconfigurato in maniera più propria, dotato di un nuovo senso, affinché il paziente possa sentirlo come identitario.
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Solo alla luce di ciò è poi possibile aprirsi a nuove esperienze di incontro con l’altro e con il mondo, e progettarsi verso il futuro, grazie ad un ritrovato progetto di vita autentico.